
La sentenza del 26 ottobre scorso ha riconosciuto il ricorso a favore dei 153 ricorrenti, supportati dall'ufficio legale Snadir, che hanno denunciato il ricorso abusivo del Ministero dell'Istruzione nell'utilizzo di contratti a tempo determinato che superavano i 36 mesi. Questa sentenza si aggiunge alle precedenti pronunce del 3 giugno e del 7 ottobre, in cui i ricorrenti erano rispettivamente 53 e 43.
I ricorrenti, assistiti da Snadir, hanno contestato l’autorizzazione per sole 472 assunzioni a tempo indeterminato per l'anno scolastico 2020/2021, nonostante ci fossero 6.600 posti vacanti e disponibili in base alla normativa vigente.
Il ricorso presentato contro la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha avuto esito positivo, e i 153 ricorrenti hanno ottenuto il risarcimento del danno. Occorre tenere presente che nel pubblico impiego, in caso di superamento dei limiti temporali nell'uso dei contratti a termine, il giudice non può disporre la conversione del rapporto da tempo determinato a tempo indeterminato.
Questo ricorso ha messo in evidenza l'illogicità di assegnare solo il 70% delle cattedre disponibili, mentre il restante 30% rimane vacante e disponibile da oltre tre anni. Sottolinea, inoltre, la necessità di accelerare i tempi per la pubblicazione dei due bandi di assunzione, ordinario e straordinario, al fine di porre fine alla prassi abusiva dei contratti a tempo determinato che si è protratta negli anni.
Lo Snadir continuerà a intraprendere azioni legali per tutelare i docenti precari di religione. Per ulteriori informazioni, è possibile scrivere all'indirizzo email dedicato: ricorsi@snadir.it