Uaar, un “regalo” per pochi; le buone intenzioni non bastano. Esempio di incapacità di elaborare un insegnamento alternativo a quello robusto dell’irc
A qualcuno potrà sembrare bizzarro ma il Sindacato nazionale degli Insegnanti di religione (Snadir) e l’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti (Uaar) si pongono un comune obiettivo: quello di vedere attuato “correttamente” l’insegnamento alternativo affinché insieme al diritto degli studenti di avvalersi o meno dell’insegnamento della religione cattolica venga effettivamente proposto e realizzato un percorso formativo che non sia discriminante per nessuno. Quest’ultima specificazione evidenzia che i contenuti della materia alternativa non possono essere quelli curricolari, altrimenti ne deriverebbe un “potenziamento” disciplinare che avvantaggerebbe qualche studente a scapito di altri.
 
La libera scelta di studenti e famiglie va sempre rispettata, in un senso e nell’altro, ecco perché tra i contenuti formativi per la disciplina alternativa all’insegnamento della religione sono state individuate tematiche come i diritti umani, la salvaguardia dell’ambiente, la pacifica convivenza tra i popoli, il dialogo interculturale, ecc.
 
È quindi certamente una iniziativa originale quella dell’UAAR che in sostegno dell’attività alternativa all’insegnamento della religione cattolica, ha impegnato 70.000 euro per assegnare 175 kit pensati per l’apprendimento della didattica legata alla scienza e alla robotica nella fascia d’età 11-14. Si tratta di uno sforzo economico notevole che, tuttavia, realizza un “regalo” per pochi e che, tra l’altro, prescinde da una specifica progettazione didattica. Inoltre, come sopra accennato, un “approfondimento” di materie scientifiche dev’essere destinato a tutti gli studenti e non solo a chi sceglie l’insegnamento alternativo alla religione cattolica. Queste attività si configurano come attività di potenziamento, pertanto sono da ritenersi comuni a tutti gli alunni, analogamente a quanto avviene per quelle curriculari.
 
Le scuole hanno bisogno di risorse economiche, ma la scuola pubblica tali risorse le deve cercare nel suo bilancio per attivare percorsi formativi che, se condivisi e deliberati dagli Organi collegiali, vanno poi sostenuti con gli strumenti didattici individuati dagli insegnanti e garantendone la disponibilità a tutte le scuole. A tal proposito, diffidiamo i dirigenti scolastici  dal predisporre tali attività solo per i non avvalentesi, poiché tale misura andrebbe a creare una discriminazione tra coloro che si avvalgono dell’insegnamento della religione cattolica e coloro che non se ne avvalgono.
 
Insomma, prendiamo atto dello sforzo dell’UAAR di rendere appetibile agli studenti la scelta di non avvalersi dell’insegnamento dell’ora di religione, ma piuttosto che interrogarsi sulla scelta di nuovi e originali specchietti per allodole, occorrerebbe invece preoccuparsi di non creare sciocche discriminazioni tra studenti a partire dalle loro libere scelte.
 
Chiaramente l’idea di offrire temi e contenuti per l’attività alternativa all’Irc diversi dall’area disciplinare delle scienze umanistico/filosofiche/sociali mostra l’incapacità di suggerire contenuti validi pari all’alto valore culturale dell’insegnamento della religione.

Orazio Ruscica, Segretario nazionale Snadir


Snaadir - Professione i.r. - 30 luglio 2021 - h.12,12
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