SI TORNA AL TFS il decreto retroattivo del Consiglio dei Ministri degno di un gioco di prestigio.

 SI TORNA AL  TFS

il decreto retroattivo  del Consiglio dei Ministri degno di un gioco di prestigio

 
Il Consiglio dei Ministri del 26 ottobre 2012 ha deliberato un Decreto Legge “Disposizioni urgenti in materia di trattamento di fine servizio dei dipendenti pubblici” ( entrato in vigore il oggi 31 ottobre 2012), con il quale sono stati presi i seguenti provvedimenti:
  • Ripristino del trattamento di fine servizio (TFS) a decorrere dal gennaio 2011;
  • Riliquidazione del trattamento di fine rapporto (TFR), ora di nuovo TFS, per dipendenti che sono andati in pensione o hanno lasciato gli enti pubblici nel biennio 2011-2012;
  • Estinzione di tutti i processi in corso sul caso relativo alla trattenuta Tfr del 2,5%.
In pratica, al fine di dare attuazione alla sentenza della Corte Costituzionale n. 223 del 2012   il Governo ha abrogato a decorrere dal 1° gennaio 2011 l’articolo 12, comma 10, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122.
Come si ricorderà, sino al 31 dicembre 2010 la normativa imponeva al datore di lavoro un accantonamento complessivo del 9,60% sull´80% della retribuzione lorda, con una trattenuta a carico del dipendente pari al 2,50% sull´80% della retribuzione così come previsto dal DPR 1032/73 (artt. 37-38). Anche dopo il cambio di disciplina, cioè dopo il primo gennaio 2011,  l´Inpdap ha tuttavia continuato a far pagare ai lavoratori la ritenuta del 2,50% sull´80% della retribuzione, di fatto quindi del 2% sull´intera retribuzione.
La Consulta, con sentenza n° 223 del 2012, ha  poi dichiarato illegittimo tale prelievo aggiuntivo.
Numerosissime sono state a questo punto le azioni legali intentate dai dipendenti pubblici, compresi i docenti,  sia per richiedere la sospensione della trattenuta illegittima, sia per ottenere il rimborso delle somme illegittimamente prelevate; ma il Governo ha dimostrato ancora una volta di considerare le normative come dei giochi di prestigio e quindi, voilà, ecco un decreto ad hoc - redatto in tutta fretta -  in base al quale i dipendenti pubblici entrati in servizio prima del 31 dicembre 2000 tornano al trattamento di fine servizio, come se non fosse mai stato applicato il trattamento di fine rapporto. Per meglio dire, pur di non rimborsare il 2,5% il Governo, anziché restituire quanto indebitamente trattenuto, ha ripristinato il vecchio sistema relativo al TFS che prevede la trattenuta stessa.
Ovviamente questo fa sì che tutte le azioni legali pendenti vengano estinti di diritto. Pertanto, questo decreto renderà inefficaci tutte le diffide inviate per la restituzione delle somme indebitamente prelevate sul TFR.  
Gli unici dipendenti pubblici che vedranno qualche soldo sono quelli  che sono andati in pensione o che hanno lasciato il lavoro nel biennio 2011-2012 : essi riceveranno una riliquidazione di ufficio ricalcolata  secondo la  normativa del trattamento di fine servizio (TFS).
Non c’è limite alla spregiudicatezza di questo Governo: pur di evitare un rimborso – dovuto peraltro  alla leggerezza con cui, a suo tempo, fu stabilito il passaggio del personale assunto prima del 2000 dal TFS al TFR, proprio allo scopo di restringere le già limitate somme da liquidare ai dipendenti che vanno in pensione – è riusciti a scodellare in tutta fretta un decreto retroattivo. Forse pensano che nel calderone dei tagli e delle pressioni fiscali operate in questo periodo, tutto sia permesso: ma non è possibile – specie da parte di chi governa – dare un colpo di spugna al proprio stesso operato. I cittadini forse subiscono, ma difficilmente dimenticano.
 
 
 
Snadir - Profesisone i.r. - 31 ottobre 2012
 
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