Sulla procedura di reclutamento si torna a parlare. Su tale argomento è intervenuto (ieri) il Vice Ministro Lorenzo Fioramonti che, rispondendo a un’interrogazione posta dall’ex sottosegretario al Miur Toccafondi, ha dichiarato: “L’immissione in ruolo dei docenti di religione non può, a legislazione vigente, che avvenire attraverso un nuovo concorso ordinario, che, attraverso una quota riservata, possa piuttosto valorizzare l‘idoneità conseguita e, in aggiunta, riconoscere il servizio prestato”.
Il Vice Ministro Fioramonti propone dunque (senza scendere nei particolari) l’ipotesi di una quota riservata, con molta probabilità ai docenti di religione in graduatoria dall’ultimo concorso del 2004.
Di fronte a tali dichiarazioni, lo Snadir non può che mostrare il suo totale disaccordo. Un concorso a quota riservata necessiterebbe difatti di un intervento normativo e non sanerebbe del tutto la vergognosa condizione lavorativa nella quale sono tenuti da decenni i precari di religione.
Inoltre, un concorso con quota riservata ridurrebbe i posti nelle regioni del centro sud a poche decine in Campania nella scuola dell’infanzia e primaria e meno di un centinaio nella scuola secondaria di I e II grado; in Calabria sarebbero rispettivamente 7 e 23.
Ribadiamo allora i punti sui quali la Fgu/Snadir, assieme a Flc Cgil, Cisl scuola e Uil scuola, ha insistito in questi mesi, in attesa che l’O.d.g dell’On. Frate compia il suo iter:
- Una procedura concorsuale per soli titoli e servizi sul modello della provincia autonoma di Trento oppure con la sola prova orale non selettiva sul modello di quelli previsti per la scuola secondaria e per i diplomati magistrali con successiva graduatoria ad esaurimento;
- La partecipazione al concorso riservata a tutti gli idr in possesso di idoneità all’insegnamento rilasciata dall’ordinario diocesano;
- La completa rideterminazione dell’organico fino al 90%.
Alle dichiarazioni di Fioramonti, rispondiamo dunque con le parole di Orazio Ruscica, Segretario nazionale dello Snadir: “La quota riservata in un concorso ordinario è un pannicello caldo, un rimedio inadeguato alla grave situazione di precariato dei docenti di religione. Non abbiamo atteso un nuovo Governo per avere la stessa procedura avviata dal precedente. I “signor NO”, ispiratori di questa risposta, si assumano le proprie responsabilità ufficialmente e mostrino a tutti le loro effettive intenzioni. Lo ribadisco con forza: da un Governo del cambiamento la risposta normativa dev’essere strutturale in quanto deve mirare a cancellare definitivamente la vergognosa condizione lavorativa nella quale sono tenuti da decenni gli insegnanti di religione”.
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Snadir - Professione i.r. - 8 febbraio 2019, h.8,45